LA NOTTE DEL LEOPARDO by WILBUR SMITH

LA NOTTE DEL LEOPARDO by WILBUR SMITH

Author:WILBUR SMITH [SMITH, WILBUR]
Format: epub
Published: 2010-04-04T22:00:00+00:00


La strada consisteva di due solchi continui in direzione nord-sud,

che curvavano solo per evitare qualche colonia di lepri o qualche

lago salato asciutto. Era pattugliata regolarmente dalla polizia

del Botswana in cerca di bracconieri e contrabbandieri.

Clay e Sally-Anne raggiunsero la pista a mezzo pomeriggio,

quando lui aveva già abbandonato da un pezzo fucile mitragliatore,

caricatori e tutto ciò che non considerava indispensabile: aveva an-che considerato l'idea di seppellire il manoscritto per recuperarlo in

seguito, ma Sally-Anne l'aveva dissuaso con un rauco sussurro.

La borraccia era vuota. Avevano bevuto l'ultimo sorso di acqua

calda come sangue poco prima di mezzodì. La velocità della loro

marcia si era ridotta a un paio di chilometri l'ora. Clay non sudava

più. Sentiva che la lingua gli si stava gonfiando e la gola gli si chiu-deva man mano che il caldo gli succhiava dall'organismo tutta

l'umidità.

Raggiunsero la strada. Clay fissava l'orizzonte confuso dalle

onde di calore, demoralizzato, concentrato unicamente nello spasi-mo di mettere un piede davanti all'altro. Attraversarono la strada

senza vederla, e proseguirono nel deserto. Non erano i primi a supe-rare il luogo della speranza di soccorso e a proseguire verso la morte

per sete e sfinimento. Barcollarono in avanti per altre due ore prima

che Clay si fermasse.

"Ormai dovremmo aver raggiunto la strada" sussurrò ricon-trollando il percorso con la carta e la bussola. "La bussola dev'es-sersi rotta. Il nord non è mica di là." Era confuso e dubbioso.

"Ci siamo spinti troppo a sud" decise, e iniziò il primo dei circo-li senza meta che, a spirale, conducono verso la morte chi si perde

nel deserto.

Un'ora prima del tramonto Clay inciampò in una specie di vite

contorta e secca, che cresceva a stento su quel suolo grigio e pietro-so. Sosteneva un frutto, verde e grosso circa come un'arancia. Si

chinò a coglierlo con grande reverenza, come se fosse stato il dia-mante Cullinan. Farfugliando qualcosa tra le labbra screpolate, ta-gliò accuratamente in due il frutto con la baionetta. Il sole l'aveva

scaldato come carne viva.

"Gemsbok melon" spiegò a Sally-Anne, che sedeva guardandolo con occhi

spenti e incomprensivi.

Con la punta della baionetta schiacciò la polpa bianca del melone

e ne porse metà alla bocca di Sally-Anne. La gola le sussultò nel ten-tativo di inghiottire la poltiglia calda, ed ella chiuse gli occhi in

estasi quando il gusto del frutto succoso le si sparse sulla lingua

gonfia.

Lavorando con estrema cura, Clay spremette un altro quarto di polpa

e fece bere il succo a lei. L'odore del liquido gli causava contrazioni

involontarie mentre Sally-Anne beveva. La donna sembrò ricaricarsi

di forza davanti a lui, e solo quando l'ultima goccia fu passata tra le

sue labbra, ella si accorse di quello che Clay aveva fatto.

"E tu?" sussurrò.

Lui succhiò la scorza dura e il torsolo.

"Mi dispiace." Era disperata per la propria insensibilità, ma

egli scosse la testa.

"Fresco presto. Notte."

L'aiutò a rialzarsi e ripresero il cammino.

Il tempo si contraeva nella mente di Clay. Guardava il tramonto

e credeva fosse l'alba.

"Rotta." Prese la bussola e la scagliò via. Non andò molto

lontano. "Direzione sbagliata." Si girò su se stesso portandosi

dietro Sally-Anne.

Aveva la testa affollata di ombre e forme nere, alcune senza vol-to e terrificanti, e non faceva che urlare, senza però produrre alcun

suono, per scacciarle.



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