ALFRED E by stevenlob

ALFRED E by stevenlob

Author:stevenlob
Language: it
Format: mobi, epub, pdf
Published: 2015-06-11T09:42:35+00:00


10.

Ma inaspettatamente, quando Cemp si aspettava di dover dare inizio a un combattimento terribile e forse del tutto disperato, l'entità smise di far sentire la sua presenza in quel luogo.

Cemp si ritrovò solo.

Sondò i fianchi e le pareti della caverna brulla, ma non trovò più la minima traccia che potesse dimostrargli che l'entità esisteva per davvero. La fantastica creatura giunta dall'infinito era come svanita.

Inspiegabilmente, inscrutabilmente.

Brume cariche di dubbio distesero il loro manto di incertezza sui centri mnemonici e cerebrali del Polimorfo: era sicuro però di non essersi sognato quell'incontro portentoso. L'entità esisteva davvero, anche se evidentemente, per il momento, aveva preferito ritirarsi, per chissà quale sua oscura ragione.

Le fiamme del dubbio continuavano però ad avvampare nella mente di Cemp, che brulicava di ogni sorta di striscianti pensieri. Era come se gli fossero state sottoposte nello stesso istante migliaia di computazioni ma-tematiche... senza che di una sola esistesse la soluzione. Era in un vicolo chiuso. Come prigioniero dell'utero primordiale che aveva generato tutte le cose.

Decise di tornare sulla Terra.

Se ne andò da quel luogo, senza che l'entità si manifestasse più. E neppure i Polimorfi Siderali gli diedero fastidio. Era come se il suo arrivo in quel luogo fosse passato del tutto inosservato. Incredibile!

O forse l'entità aveva cancellato dai ricordi dei Polimorfi Siderali la no-zione stessa della sua venuta? Certo, era possibile, anche se Cemp non lo riteneva probabile. Ma allora?

Non esisteva una risposta. Non per il momento, almeno.

Con i circuiti cerebrali inondati di dubbi, di perplessità e di quesiti irre-soluti, Cemp si lanciò nei neri abissi del cosmo sterminato, lasciandosi alle spalle l'asteroide enigmatico e il titanico sole che continuava, come sempre, a rifulgere maestoso nell'infinito e a proiettare intorno a sé tremende propaggini incandescenti lunghe milioni di chilometri.

Cemp era tornato sulla Terra per cercare di trovare una risposta soddisfacente a quell'incredibile mistero. Fece subito rapporto alla Suprema Autorità e poi chiese e ottenne l'accesso al centro del Grande Cervello, il complesso degli ultracomputer, dove espose ai fantastici calcolatori tutto quanto era avvenuto, alla ricerca frenetica di una spiegazione plausibile.

Il Grande Cervello rispose formulando quattro ipotesi.

Cemp respinse subito le prime due che erano, in realtà, usando la termi-nologia cibernetica, delle pure sequenze di dati. La macchina si era cioè limitata a raccogliere e ad analizzare tutte le informazioni disponibili, per disporle poi in quello che pareva esserne l'ordine più logico. A questo punto doveva entrare in scena un cervello umano per cercare di arrivare a una soluzione, magari per intuizione. Ma quello non era proprio il caso adatto a quel tipo di indagine, data la complicatezza e la vastità dei termini dell'equazione. Pertanto Cemp saltò quelle due prime «formulazioni» espresse dal computer.

Delle altre due risposte formulate, una postulava l'esistenza di un essere che fosse in pratica una specie di dio. Però Cemp si era reso conto che il Glis aveva pur sempre dei limiti, anche se vaghi, ai suoi poteri, soprattutto perché per ben due volte lo aveva attaccato senza riuscire a ucciderlo. Certo, lui si era convinto che il Glis



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