THE DOME by STEPHEN KING

THE DOME by STEPHEN KING

Author:STEPHEN KING [KING, STEPHEN]
Format: epub
Tags: ebook gratuito - vietata la vendita
Published: 2010-03-29T22:00:00+00:00


17

«Giusto così, piangi!»

La voce giungeva da lontano. Barbie si sforzò di vedere chi parlava, si girò da

quella parte, ma gli era impossibile aprire gli occhi, gli bruciavano troppo.

«Hai molte cose su cui piangere!»

La persona che gli si rivolgeva in quel modo parlava con un nodo in gola, come se

piangesse a sua volta. E la voce era familiare. Di nuovo Barbie cercò di vedere, ma le

sue palpebre erano gonfie e pesanti. Gli occhi gli pulsavano a tempo con i battiti del

cuore. Aveva il naso così pieno che quando deglutiva gli crepitavano le orecchie.

«Perché l’hai uccisa? Perché hai ucciso la mia bambina?»

Qualche figlio di puttana mi ha spruzzato Mace in faccia. Denton? No, Randolph.

Riuscì ad aprire gli occhi spingendosi all’insù le sopracciglia con la base dei palmi

delle mani. Vide Andy Sanders davanti alla sua cella con le lacrime che gli

scendevano per le guance. E che cosa stava vedendo Sanders? Un tizio in una cella, e

un tizio in una cella aveva sempre l’aria del colpevole.

« Era tutto quello che avevo! » gridò Sanders.

Accanto a lui, Randolph sembrava imbarazzato, continuava a spostarsi sui piedi

come un bambino che da troppo tempo sta aspettando il permesso di lasciare l’aula

per correre in bagno. Anche con il bruciore negli occhi e il martellamento dentro il

naso, Barbie non si meravigliò che Randolph avesse consentito a Sanders di scendere

da lui. Non perché Sanders fosse il primo consigliere della città, ma perché a Peter

Randolph era stato impossibile negarglielo.

«Dai, Andy», disse ora Randolph. «Può bastare. Volevi vederlo e io te l’ho fatto

vedere, anche se ero contrario. È al sicuro e pagherà per quello che ha fatto. Perciò

adesso vieni su con me che ti verso una bella tazza di...»

Andy lo afferrò per la camicia. Era mezza spanna più basso di lui, ma Randolph

sembrò impaurito lo stesso. Comprensibile. Vedeva il mondo alterato da uno schermo

color rosso scuro, ma il furore di Andy Sanders era perfettamente visibile anche a lui.

«Dammi la tua pistola! Un processo sarebbe come fargli un regalo! E comunque è

facile che in tribunale la faccia franca! Ha amici altolocati, così dice Jim! Io voglio

soddisfazione! Io merito soddisfazione, quindi dammi la tua pistola.»

Barbie pensava che il desiderio di Randolph di compiacerlo non sarebbe arrivato al

colmo di consegnargli la sua arma perché Andy potesse sparargli in quella cella come

un topo in una botte per la raccolta dell’acqua piovana. Però non poteva esserne del

tutto sicuro, era possibile che Randolph non avesse portato Sanders là sotto, da solo

per giunta, solo per accontentarlo.

Si alzò in piedi. «Signor Sanders.» Qualche goccia di Mace gli era finita in bocca.

Aveva lingua e gola gonfie, la sua voce era un gracchiare nasale poco convincente.

«Io non ho ucciso sua figlia. Io non ho ucciso nessuno. Se rifletterà, vedrà da sé che il

suo amico Rennie ha bisogno di un capro espiatorio e che io ero la persona più adatta

alle...»

Ma Andy non era in condizione di riflettere su nulla. Si avventò sulla fondina di

Randolph e cominciò ad armeggiare per estrarne la Glock. Allarmato, Randolph lottò

per impedirglielo.

In quel momento dalle scale scese un nuovo visitatore facendosi preannunciare da

una pancia enorme che tuttavia non gli precludeva movimenti aggraziati.



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