CACCIATORE E PREDA by BERNARD CORNWELL

Author:BERNARD CORNWELL [CORNWELL, BERNARD]
Format: epub
Tags: Action & Adventure
Publisher: 2005
Published: 2005-03-31T22:00:00+00:00

Un sergente afferrò Sharpe per il gomito e lo spinse verso un sempre più numeroso gruppo di uomini riunito affrettatamente accanto al lago. Sharpe si lasciò spingere. Un ufficiale, in piedi su un muretto, stava arringando la folla, circa trecento uomini, che per lo più erano sprovveduti volontari della milizia, ma che comprendevano anche una ventina di marinai armati dei pesanti moschetti in dotazione alla marina militare. Sharpe non capiva nulla di quanto l'ufficiale stava dicendo, ma dal tono di voce e dai gesti intuì che gli inglesi minacciavano una zona a sud-ovest e che a quell'improvvisato mezzo battaglione si chiedeva di respingere gli invasori. Un ruggito d'approvazione salutò le parole dell'ufficiale, poi l'intero gruppo di uomini, Sharpe compreso, sciamò sulla strada sopraelevata. Sharpe non fece nessun tentativo di allontanarsi dagli altri. Non aveva altra scelta che quella di raggiungere l'esercito inglese e ogni passo lo portava più vicino alla sua meta.

L'ufficiale li guidò al di là del fossato, oltre un cimitero, una chiesa e un ospedale e poi in un dedalo di strade con edifici che sembravano costruiti da poco. Il crepitio dei moschetti si faceva sempre più forte. A nord si udiva il martellio dei cannoni e il fumo delle polveri velava il cielo. L'ufficiale si fermò accanto a un alto muro di mattoni e attese che il suo raffazzonato battaglione gli si riunisse attorno, poi parlò in tono incalzante e, qualunque cosa avesse detto, fu convincente, perché gli uomini emisero un brontolio d'approvazione. Uno si rivolse a Sharpe e gli fece una domanda. «Americano», disse lui per tutta risposta.

«Sei americano?»

«Marinaio.»

«Benvenuto fra noi. Hai capito ciò che ha detto il capitano?»

«No.»

«Gli inglesi sono in quel giardino» - l'uomo indicò al di là del muro -, «ma non sono molti e possiamo farli sloggiare. Stiamo impiantando in questo punto una nuova batteria. Ti è già capitato prima d'ora di combattere?»

«Sì», rispose Sharpe.

«Allora ti resterò accanto.» L'uomo sorrise. «Mi chiamo Jens.»

«Richard», si presentò Sharpe. Si sfilò dalla cintura una delle pistole e fece finta di controllare che fosse carica. In realtà non lo era e lui non aveva nessuna intenzione di renderla funzionante. «Tu che cosa fai?» chiese a Jens, che era un giovane dai capelli biondi e dall'aria simpatica, con il naso rincagnato e lo sguardo vivido.

Jens impugnò il suo vecchio moschetto. Il meccanismo d'ignizione era arrugginito, il fusto presentava una crepa e una delle fascette della canna mancava. «Uccido gli inglesi.»

«E quando non li uccidi?» chiese Sharpe.

«Sono un... Come si dice? Uno che costruisce imbarcazioni.»

«Un maestro d'ascia.»

«Sì, un maestro d'ascia», confermò Jens. «Stavamo lavorando a una nuova nave da guerra, ma l'abbiamo lasciata in sospeso. Prima dobbiamo fare questo.»

Il capitano sbirciò attraverso il cancello, poi fece cenno ai suoi uomini di seguirlo. Irruppero tutti al di là e Sharpe si trovò in quello che, più che un vasto giardino, ricordava un parco. Viottoli ghiaiosi portavano a una serie di boschetti e su una piccola altura sorgeva un elegante padiglione estivo bianco, arricchito da frontoni, verande e pinnacoli. Il giardino sembrava una versione ingentilita dei Vauxhall Gardens di Londra.

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