Piombo rosso (Super Tascabili) (Italian Edition) by Galli Giorgio

Author:Galli, Giorgio [Galli, Giorgio]
Language: eng
Format: mobi
Published: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Uno Stato nello Stato

Le relazioni tra servizi di sicurezza e lotta armata sono generalmente inquadrate nei decenni della guerra fredda. Da qui anche la sottolineatura dei ruoli dei servizi degli Stati Uniti e della Nato. Che i servizi abbiano agito come garanti della collocazione internazionale dell’Italia è certamente fondamentale per il tema conduttore sin qui seguito. La documentazione in materia è imponente.

Ma la questione della funzione della sicurezza e di chi la rappresenta va impostata in termini più ampi, spostandola sul piano della filosofia politica che ha dato origine alla democrazia rappresentativa – al potere legittimo, basato sul consenso – democrazia come «casa di vetro», per usare la celebre definizione di Norberto Bobbio.

Tuttavia la logica della «casa di vetro» non può applicarsi alla sicurezza nei rapporti con aree nelle quali non opera il principio di legittimità. Questo vale anche nell’ambito interno, per la lotta alla criminalità (soprattutto se organizzata); ma vale soprattutto nel contesto internazionale, nel quale non si applica o si applica molto blandamente quel principio.

La filosofia politica ha rilevato in questa distinzione, che le «regole del gioco» – per usare un’altra nota espressione di Bobbio – valide sul piano interno (nei rapporti dei cittadini con lo Stato), non lo sono sul piano internazionale (rapporti inter-statuali)382 .

Questa dicotomia – e la sua decisiva influenza sulle relazioni tra la democrazia rappresentativa e i suoi apparati di sicurezza – è rintracciabile già nelle preoccupazioni di Kant. Egli, in un testo fondamentale della cultura illuminista, Per la pace perpetua: un progetto filosofico, scriveva di «arti infernali in se stesse nefande che, una volta entrate nell’uso, non si manterrebbero a lungo nei confini della guerra, come, ad esempio, l’impiego delle spie».

Queste «arti infernali», esemplificate nello spionaggio, sono precisamente quelle che, con terminologia «politicamente corretta» importata dall’inglese, vengono praticate dalla «intelligence community», l’insieme dei moderni sistemi di controllo occulto, per i quali si sono trovate le definizioni più edulcorate possibili, dal controspionaggio (non siamo noi che spiamo, ma dobbiamo difenderci dallo spionaggio altrui) alla «sicurezza democratica» (questo è il significato dell’acronimo del nostro Sisde: servizio informazioni per la sicurezza democratica).

Siamo di fronte a un paradosso mirabile: quella costruita a cavallo tra il XX e il XXI secolo è, come sappiamo, la società dell’informazione, ma è anche una società democratica, della quale va garantita la sicurezza. Accade, tuttavia, che termini positivi («informazioni», «sicurezza») si possono capovolgere nella kantiana sintesi delle «arti infernali», per cui chi deve garantire la sicurezza dei cittadini può trovarsi costretto, per fini superiori, a lasciar collocare bombe che causano stragi.

Ovviamente, nei sistemi non democratici accade ben di peggio. Basti pensare, per anni ancora recenti, al ruolo della Gestapo nella Germania nazista; e a quello della polizia politica – dalla «Ceka» al leggendario Kgb – lungo tutto il corso della storia sovietica. E nella Russia autoritaria vi era il precedente dell’«Ochrana» zarista, che diede il suo contributo alla fabbricazione di quel micidiale testo che furono i Protocolli dei saggi di Sion – un falso clamoroso che propugnava la «conquista del potere mondiale

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