SABRINA by HARMONY

SABRINA by HARMONY

Author:HARMONY [HARMONY]
Format: epub
Publisher: Jayne Ann Krentz (Amanda Quick)
Published: 2010-03-29T22:00:00+00:00


Senza comprendere alzò lo sguardo su di lui: qualunque cosa si fosse aspettata che le dicesse

non era certo questo! «Che cosa non dovrei fare più?», gli chiese con tono distante (non

dormire più con lui, forse?)

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Lui non si mosse. «Non devi fuggire mai più così come hai fatto questa mattina. Non

devi mai sfuggire al mio controllo e questo lo sai anche troppo bene. Occorre sottolineare che

il mio compito è di proteggerti?»

Lei scattò in piedi esasperata. Come osava farle questo appunto dopo ciò che era

accaduto tra loro? Come osava? Chi credeva di essere? Stringendo i pugni gli gridò: «Non

preoccuparti, Jake, ricordo anche troppo bene l'incarico che ti è stato affidato: le tue mansioni

non includevano affatto quella di sedurmi! O forse pensavi che ti sarebbe stato più facile

controllarmi tenendomi soggiogata in quel modo? Pensavi forse che mi sarei svegliata questa

mattina così sottomessa dal tuo atto d'amore da obbedirti passivamente per tutta la durata di

questa farsa?»

I freddi occhi grigi di Jake si oscurarono minacciosamente.

«Sabrina, ascoltami!»

«Ti ho ascoltato l'altra notte e guarda il risultato! Ma ciò non fa nessuna differenza: ciò

che è accaduto stanotte sarebbe potuto accadere a chiunque nelle stesse condizioni. Guarda»,

gli ordinò con un gesto che sembrò abbracciare tutta l'isola, «ci troviamo su un'isola tropicale,

in stanze d'albergo comunicanti: suppongo che era proprio inevitabile che accadesse qualcosa

di simile!»

«Sì?», la provocò lui lanciandole uno sguardo scrutatore.

«Forse no se la guardia del corpo non avesse aperto la porta di comunicazione proprio

nel bel mezzo della notte!», replicò lei sardonica.

«Volevo guardarti», osservò lui con semplicità. «Mi sento confortato quando ti guardo,

specialmente di notte.»

«Che motivo ridicolo!»

«Non dovevi uscire sul balcone a cercarmi!», spiegò gentilmente. «Non dovevi restarmi

vicina, perché l'hai fatto Sabrina?»

«Perché l'ho fatto?», gli gridò lei arrabbiata. «Ti sono rimasta accanto perché pensavo

che se mi avessi spiegato il motivo della tua claustrofobia di notte questo avrebbe potuto

aiutarti a dormire. Sono venuta a raggiungerti sul balcone esclusivamente per parlare,

dannazione!»

«E dopo?», proruppe lui con voce vellutata. «Perché sei rimasta? È stato per pietà,

Sabrina? Ti sentivi dispiaciuta per me e per questo hai deciso di dormirmi vicino in modo da

esprimermi conforto e simpatia?»

Lei si ritrasse. Ma di cosa stava parlando? Conforto? Pietà?

«Sei uscito di senno, Jake?», gli domandò precipitosamente senza prendere il tempo di

riflettere: «Non sono così stupida da dormire con un uomo per pietà. Per amor di Dio, sono io

che devo essere commiserata, non tu! Tu sai benissimo prenderti cura di te stesso non è vero

forse? Sei riuscito a sopravvivere tutti quei mesi in quell'orrida prigione, sei un esperto nel

campo dell'autodifesa, hai assunto l'incarico di guardia del corpo per guadagnare un po' di

soldi e usi tutti i trucchi delle tecniche marziali che conosci per sedurre una donna in modo

che non riesca più a pensare serenamente! No, dannazione, non mi sento affatto dispiaciuta

per te. Vorrei tanto strangolarti, invece. Vorrei essere un'esperta nelle arti marziali per essere

in grado di vincerti, questo mi piacerebbe fare...!»

«Capisco», le disse lui pacato ma senza riuscire a nascondere il sollievo che gli si

dipinse sul viso né poté celare il guizzo che illuminò i suoi profondi occhi grigi.

Sabrina notò tutto questo e rimpianse amaramente di aver perso l'opportunità che le era

stata offerta.



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