HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE by J K ROWLING

HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE by J K ROWLING

Author:J K ROWLING [ROWLING, J K]
Format: epub
ISBN: 8884518784
Published: 2010-02-26T23:00:00+00:00


CAPITOLO 20

XENOPHILIUS LOVEGOOD

Harry non si aspettava che l'ira di Hermione si placasse in una notte,

quindi non si stupì che la mattina dopo comunicasse con sguardi torvi e silenzi ostinati. Ron reagì mantenendo un contegno innaturalmente grave in

sua presenza, in segno evidente di costante rimorso. A dire il vero, quando

si ritrovavano insieme tutti e tre Harry si sentiva come l'unica persona non

in lutto a un funerale con pochi presenti. Ma nei rari momenti che passò da

solo con Harry (a prendere l'acqua o a cercare funghi nel sottobosco), Ron

fece mostra di uno sfrontato buonumore.

«Qualcuno ci ha aiutato» ripeteva. «Qualcuno ha mandato quella cerva.

Qualcuno è dalla nostra. Un Horcrux in meno, Harry!»

Rinfrancati dalla distruzione del medaglione, ripresero a discutere di dove potessero trovarsi gli altri e, sebbene avessero già affrontato la questione, Harry era ottimista, certo che altre novità decisive sarebbero seguite alla prima. Il broncio di Hermione non riusciva a guastare il suo buonumore:

l'improvvisa svolta della loro sorte, l'apparizione della cerva misteriosa, il

recupero della spada di Grifondoro e soprattutto il ritorno di Ron lo rendevano così felice che faticava a restare serio.

Nel tardo pomeriggio lui e Ron sfuggirono di nuovo alla presenza ostile

di Hermione con la scusa di setacciare i cespugli nudi in cerca di more ine-sistenti e continuarono a scambiarsi informazioni. Harry era finalmente

riuscito a raccontare a Ron tutta la storia dei vagabondaggi suoi e di Hermione, fino al resoconto completo di quanto era accaduto a Godric's Hollow; adesso toccava a Ron riferirgli tutto quello che aveva scoperto sul

mondo magico nelle settimane trascorse da solo.

«... e come hai fatto a sapere del Tabù?» chiese a Harry, dopo avergli

raccontato dei molti disperati tentativi dei Nati Babbani di sottrarsi al Ministero.

«Del che cosa?»

«Tu e Hermione avete smesso di pronunciare il nome di Tu-Sai-Chi!»

«Oh, sì. Be', è solo una brutta abitudine che abbiamo preso» spiegò

Harry. «Ma per me non è un problema chiamarlo V...»

«No!» ruggì Ron. Harry saltò dentro un cespuglio e Hermione, il naso

immerso in un libro all'ingresso della tenda, li guardò accigliata. «Scusa»

disse Ron aiutando l'amico a districarsi dai rovi, «ma il nome è stato stregato, Harry: è così che scoprono la gente! Usare il suo nome infrange gli

incantesimi di protezione, provoca una specie di interferenza magica... è

così che ci hanno trovati in Tottenham Court Road!»

«Perché abbiamo pronunciato il suo nome?»

«Esatto! Bisogna dargliene atto, è logico. Solo le persone che si opponevano seriamente a lui, come Silente, osavano pronunciarlo. Adesso che gli

hanno imposto un Tabù, chiunque lo nomini è rintracciabile. Un modo rapido e semplice per trovare i membri dell'Ordine! Hanno quasi preso Kingsley...»

«Stai scherzando?»

«No, un manipolo di Mangiamorte l'ha accerchiato, ha detto Bill, ma è

riuscito a fuggire. Adesso è latitante, come noi». Ron si grattò pensieroso

il mento con la punta della bacchetta. «Non credi che sia stato lui a mandarci quella cerva?»

«Il suo Patronus è una lince, l'abbiamo visto al matrimonio, ti ricordi?»

«Già, è vero...»

Camminarono lungo la siepe, più lontano dalla tenda e da Hermione.

«Harry... non pensi che possa essere stato Silente?»

«Silente cosa?»

Ron sembrava un po' imbarazzato, però aggiunse, a voce bassa: «Silente.



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