the Painter, the Creature and the Father Of Lies (2010) by Barker Clive

the Painter, the Creature and the Father Of Lies (2010) by Barker Clive

Author:Barker, Clive [Clive, Barker,]
Language: eng
Format: epub
Publisher: Earthling Pubns
Published: 2011-01-14T19:20:05.578000+00:00


Quando era andato alla reception a prenotare, Earl aveva trovato una giovane donna, non particolarmente bella ma cortese e simpatica. Ora al suo posto c'era un uomo sulla sessantina, con le guance ricoperte da una barba grigia di tre o quattro giorni e una camicia macchiata di sudore. Quando lo senti entrare alzo la testa sospendendo la lettura da miope del Pampa Daily News del giorno prima. "Si?"

"Si puo avere dell'acqua ghiacciata?" domando Earl. L'uomo caccio un urlo girando la testa sulla spalla: "Laura-May? Sei li?"

Dal locale dietro il banco giungevano i fragori del film in televisione: spari, grida, il ruggito di un animale in fuga. In tanto chiasso, giunse la risposta di Laura-May: "Che vuoi, papa?"

"C'e un signore che vuole servizio in camera," grido di rimando il padre di Laura-May non senza una traccia di ironia nella voce. "Vuoi venire a servirlo?"

Nessuna risposta, solo altri strilli televisivi, che innervosivano alquanto Earl. Il gestore lo squadro. Aveva un occhio annebbiato da una cataratta. "Lei e con l'evangelista?" chiese.

"Si... Come fa a sapere che...?"

"Laura-May l'ha riconosciuto. L'aveva visto sul giornale."

"Ah si?"

"Non perde un colpo, la mia bimba."

Quasi che fosse stato in risposta alla battuta, Laura-May usci dalla stanza dietro la reception. Quando i suoi occhi castani si posarono su Earl, la sua espressione si rallegro visibilmente.

"Oh..." mormoro e un sorriso le illumino il volto. "Che cosa posso fare per lei?" La frase abbinata a quel sorriso sembrava voler significare qualcosa di piu che un cortese interesse nei suoi confronti. O era solo un'illusione provocata dal suo desiderio? A parte una lucciola che aveva conosciuto a Pomca City, nell'Oklahoma, gli ultimi tre mesi della sua vita erano stati all'insegna dell'astinenza assoluta. Decise comunque di concederle il beneficio d'inventario e rispose al suo sorriso. Giudico ora che dovesse avere almeno trentacinque anni, un'eta che veniva parzialmente celata da modi curiosamente fanciulleschi; lo sguardo con cui lo fissava era cosi diretto da essere quasi intimidatorio. Guardandola negli occhi, Earl comincio a pensare di non essersi sbagliato del tutto sulle sue intenzioni.

"Acqua ghiacciata," disse. "Se ne aveste, mi farebbe un piacere. La signora Gyer non si sente molto bene."

Laura-May annui. "Gliela prendo," rispose, soffermandosi per un istante sulla soglia prima di scomparire nell'altra stanza. Il chiasso del film era calato, forse per il sopravvenire di una sequenza di calma prima del ritorno della baraonda, e nel silenzio Earl senti la pioggia battente che scioglieva la terra in fango.

"Bella lavata di capo quella di stasera, eh?" osservo il gestore. "Se continua cosi, domani dovrete rinunciare."

"La gente viene con qualsiasi tempo," ribatte Earl. "John Gyer esercita un grande richiamo."

Il gestore fece una smorfia dubbiosa. "Non escluderei un tornado," aggiunse allora, provando evidentemente piacere nel recitare il ruolo del pessimista. "Ormai dovrebbe essere ora."

"Davvero?"

"Due anni fa il vento si porto via il tetto della scuola. Lo stacco di netto."

Riapparve Laura-May con un vassoio sul quale c'erano una caraffa e quattro bicchieri. Il ghiaccio tintinnava contro il vetro della caraffa.

"Che cosa dicevi, papa?"

"Parlavo del tornado."

"Non fa abbastanza caldo," obietto con disinvolta sicurezza.



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